Il posto migliore in cui lavorare
- Giuliana
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Si dice che il buon leader è quello capace di creare un “mondo” al quale tutti vorrebbero appartenere. È pur vero, però, che anche i dipendenti devono fare la loro parte ed aiutarlo a costruire l’habitat ideale per tutti.
Poche semplici regole per essere contenti di lavorare: lasciare che le persone si esprimano; condividere le informazioni in maniera autentica; valorizzare le differenze; condividere visione e valori; dare un “senso” al lavoro quotidiano; evitare di stabilire regole inutili.
Consigli che apparentemente possono apparire scontati e di immediata applicazione. Invece, possono rappresentare un impegno importante per un manager che intende costruire un ambiente di lavoro molto gratificante e sempre più produttivo.
Proviamo ad analizzare questi sei elementi della buona gestione d’impresa.
La strategia più efficace per fare in modo che le persone stiano bene insieme e generino valore (produttività in termini strettamente aziendali) è che gli si dia la possibilità di essere sé stesse, di esprimere le loro differenti abilità, pensieri e modi di fare, senza cercare l’omologazione dei comportamenti a tutti i costi.
Facciamo degli esempi pratici che ci aiutino a comprendere meglio: se lavoriamo in un contesto informale, nel quale ciascuno è libero di indossare gli abiti che più gli piacciono, magari anche un po’ stravaganti, dobbiamo ugualmente apprezzare chi ama recarsi al lavoro in giacca e cravatta; se crediamo molto che gli orari di entrata ed uscita debbano essere rigidi, dobbiamo essere capaci di accogliere le richieste di chi è più a suo agio con una certa flessibilità; se il nostro staff è multietnico, dovremo lasciare la possibilità di vivere le proprie abitudini culturali o religiose senza limitazioni o vincoli.
Si potrebbe continuare a lungo, gli esempi fatti però sono sufficienti a definire il contesto in cui ci si potrebbe trovare. Ovviamente alla base di tutto questo ci sono due elementi fondamentali: un manager aperto al nuovo e dei dipendenti che comprendono l’importanza del “clima” che vivono e si assumono la responsabilità di tradurre in azioni efficaci e produttività le aspettative di un leader che cura il loro benessere. Ciascuno autodetermina il proprio successo, non attende paziente che qualcuno lo faccia per lui.
Un altro elemento importante è la condivisione delle informazioni. Un approccio tipo bottom up per la circolazione delle principali notizie e dei cambiamenti possibili concretizza la diffusione della comunicazione. I canali utilizzabili sono tanti: le riunioni di programmazione calendarizzate; appuntamenti straordinari per condividere nuove situazioni; scambio di email; ecc.
Aprirsi al confronto ed al dialogo con il proprio staff significa mostrare non solo grande maturità imprenditoriale, ma anche riconoscere ai propri collaboratori la capacità di pensare in modo strategico per individuare soluzioni ai problemi contingenti oppure disegnare insieme una pianificazione che nel lungo periodo generi risultati ottimali. È chiaro che questo scambio di pareri assume maggiore valore in situazioni di instabilità o difficoltà momentanee.
Si sa che “lavorando” con le persone le cose non sono sempre facili, soprattutto quando se ne devono esaltare le abilità. Molti manager investono nella formazione dei propri collaboratori, credendo in loro e immaginando un futuro comune di soddisfazioni. Alcuni dipendenti sfruttano queste opportunità anche per guardare altrove e trovare nuovi sbocchi professionali, altri fanno tesoro delle competenze acquisite riversandone il valore nell’aumento delle performance aziendali. Nel mercato del lavoro, attuale tuttavia, esiste una vera e propria guerra tra talenti: chi ancora cerca una sua dimensione professionale e nel frattempo acquisisce sempre maggiori saperi e chi difendendo il proprio ruolo cerca di esaltare la propria sfera di competenze. È utile ricordare che, sebbene la gran parte dei manager tenda a rendere stabile e duraturo il proprio team, i costi dello sviluppo di quel personale sono di gran lunga maggiori del reperimento di nuove forze lavoro.
Aldilà di ogni teoria, comunque, ciò che unisce quasi indissolubilmente manager e dipendenti è certamente la condivisione della motivazione per la quale l’azienda esiste e quello per cui opera. Qualcosa che travalica il concetto di mission. L’essenza dell’essere parte di qualcosa e del crederci ogni giorno. Quasi un rinnovo quotidiano di promesse importanti.
Le persone hanno bisogno di appartenere ad organizzazioni che sanno fare bene il loro lavoro, che sono rilevanti nel contesto sociale ed economico nel quale operano. Con queste basi accettano regole (intelligenti e necessarie), diventano propositivi e collaborativi, sono capaci di trovare soluzioni originali a vecchi e nuovi problemi, accolgono con favore la guida determinata del leader. Quando è autorevole ed autentico.
È finita l’epoca delle organizzazioni rigidamente gerarchizzate, che non premiamo il merito, l’intraprendenza e la diversità dei talenti.
Un sistema d’impresa che porti al benessere organizzativo parte dalla mentalità aperta delle persone, siano essi manager o dipendenti, pronti a mettersi in discussione, ad innovare ed immaginare insieme nuove prospettive di business.
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