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GOPP

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La metodologia G.O.P.P. (Goal Oriented Project Planning), progettazione orientata agli obiettivi, è un metodo innovativo per realizzare incontri  di lavoro in cui i diversi attori-chiave ed i beneficiari di un progetto intervengono in maniera partecipativa, seguendo una procedura di lavoro strutturata e guidata  da  un  Facilitatore.

Il metodo GOPP, così come gli altri approcci o strumenti ispirati al Quadro Logico, nasce a partire dagli anni ’60 da un insieme di tecniche e di strumenti elaborati nel quadro delle attività di progettazione di enti e agenzie dedite alla cooperazione ed allo sviluppo.

È nata dall’esigenza di garantire che programmi e progetti, finanziati con risorse pubbliche, fossero in grado di ricadere positivamente sui territori sui quali intervenivano, contribuendo, allo stesso tempo, a risolvere il problema oggetto dell’intervento.

La progettazione è orientata agli obiettivi e non alle attività, è concertata, cioè definita sia con l’apporto degli attori-chiave che conquello dei beneficiari finali del progetto, in modo che il progetto finale risulti condiviso e rispondente ai problemi reali  dei beneficiari.

L’obiettivo finale di un laboratorio GOPP è quello di definire una matrice di progettazione (quadro logico) in cui l’idea progettuale è sviluppata in tutti gli elementi fondamentali, obiettivi generali, scopo, risultati, attività, rischi. I workshop GOPP sono moderati da Facilitatori esperti ma neutrali rispetto agli interessi degli attori-chiave e non specialisti dei contenuti tecnici del progetto.

La metodologia si articola in diverse fasi di analisi: definizione del tema; analisi degli attori-chiave; analisi dei problemi; analisi degli obiettivi; individuazione degli ambiti di intervento.

  • Definizione del tema: il tema è l’argomento su cui avviene la progettazione. A seconda dell’ampiezza del tema varia il numero di attori-chiave da coinvolgere e delle risorse da impiegare.
  • Analisi degli attori-chiave: identificare i soggetti portatori di interessi qualificati che possono contribuire all’intervento progettuale; identificare in modo trasparente gli interessi e le aspettative di ciascun attore-chiave; identificare il contributo che ciascun attore- chiave può apportare al progetto.
  • Una volta identificati i problemi, questi si collocano in un diagramma ad albero costruito secondo delle relazioni di causa-effetto dal basso verso l’alto. L’albero dei problemi è la raffigurazione sintetica della realtà attuale con tutti i suoi aspetti negativi.
  • Analisi dei problemi: identificazione dei problemi relativi al tema (situazioni negative attuali ed oggettive e possibili cause); gerarchizzazione dei problemi (albero dei problemi) relazione di causa- effetto leggibile dal basso verso l’alto.
  • Analisi degli obiettivi: identificazione degli obiettivi da perseguire a fronte dei problemi individuati. Gerarchizzazione degli obiettivi (albero degli obiettivi) relazione di causa- effetto leggibile dal basso verso l’alto. Questa fase consiste nel trasformare in positivo l’immagine della realtà attuale (negativa) ottenuta con l’albero dei problemi. Tecnicamente è molto semplice: basta trasformare ogni condizione attuale negativa (problema) in una condizione positiva futura (obiettivo). Così facendo si ottiene l’albero degli obiettivi .
  • Individuazione degli ambiti di intervento: identificazione degli ambiti o aree di Obiettivi affini a seconda delle competenze istituzionali e/o tecnico-professionali necessarie per raggiungerli. Costruito l’albero degli obiettivi, è opportuno individuare in esso gli ambiti o aree di obiettivi (cluster) affini a seconda delle competenze tecnico-professionali e/o istituzionali necessarie per raggiungerli. L’albero degli obiettivi, permette di ricostruire la scansione logica con cui determinati obiettivi (quelli nella parte alta dell’albero) possono essere raggiunti. Esso infatti, se sufficientemente ricco e ben costruito dal punto di vista logico, si articola in diversi livelli, che ha senso leggere dal basso verso l’alto.
  • Scelta degli ambiti d’intervento: fra tutti gli ambiti individuati gli attori effettuano una scelta di quelli su cui intervenire in base all’urgenza, alle risorse umane e finanziarie disponibili, all’interesse strategico ed alla fattibilità. Questa sotto fase porta a definire quale sarà la vera dimensione o portata del progetto. Infatti è molto poco probabile che il progetto in elaborazione possa intervenire in tutti gli ambiti d’intervento emersi dall’albero degli obiettivi. Soprattutto se l’analisi è stata condotta su una vasta gamma di problematiche sulle quali riuscire ad intervenire, per scarsità di mezzi finanziari o per mancanza di competenze istituzionali o tecniche o altro. E’ necessario quindi operare una scelta. Normalmente questa scelta è effettuata in maniera negoziata tra gli attori.
  • Definizione della logica di intervento e analisi del rischio: prendendo spunto dalla scelta degli ambiti di intervento, la prima cosa da definire è l’obiettivo specifico (lo scopo) del progetto. E’ importante infatti stabilire subito dove si vuole arrivare. Lo scopo del progetto è il vantaggio che i beneficiari otterranno utilizzando i servizi forniti dal progetto. Esso consiste in un miglioramento evidente della loro condizione di vita. Lo scopo specifico del progetto, nell’albero degli obiettivi, è quello che esprime in modo evidente un miglioramento della situazione sulla quale si è intervenuti, a tutto vantaggio dei beneficiari (generalmente lo si trova situato, nell’albero, sul livello immediatamente superiore al più alto (o ai più alti) degli obiettivi compresi negli ambiti di intervento prescelti). Stabilito lo scopo del progetto, si individueranno gli obiettivi generali. Questi si situano nell’albero degli obiettivi nei livelli superiori allo scopo del progetto.

 

LIVELLO

DEFINIZIONE SIGNIFICATO
Obiettivi generali Benefici sociali o economici di lungo periodo ai quali contribuisce il progetto  Perché è importante per la società
Scopo Beneficio che ottengono i beneficiari dai servizi forniti dal progetto Perché i beneficiari ne hanno bisogno?
Risultati Servizi che i beneficiari riceveranno dal progetto Cosa fornisce il progetto?
Attività Ciò che viene realizzato nel progetto per fornire i servizi previsti

Cosa fa concretamente il progetto?

Durante il ciclo di vita di un progetto, esistono, quindi, i seguenti momenti-chiave nei quali è stata dimostrata l’utilità della metodica “workshop GOPP”:

  • la fase di identificazione (identification workshop);
  • la fase di studio di fattibilità o progettazione esecutiva (formulation workshop);
  • la fase intermedia (review workshop);
  • la fase finale di chiusura (evaluation workshop).Tuttavia, alcune parti di questa possono diventare di ausilio anche a quei professionisti che predispongono progetti “a tavolino”, senza il coinvolgimento diretto degli attori-chiave. Il facilitatore è un consulente “di processo”, sa ascoltare, permette a tutti di esprimersi e aiuta il gruppo di lavoro a progredire, è un animatore-moderatore esterno che è neutrale rispetto al tema in discussione, non impone il suo punto di vista e non prospetta soluzioni che devono essere individuate dagli attori-chiave.

Il ruolo e gli strumenti del Facilitatore nel GOPP

E’ tuttavia nella fase di identificazione che la metodologia GOPP si è maggiormente sviluppata, assumendo le caratteristiche di una metodologia di progettazione (o meglio di prima identificazione progettuale) strutturata e dettagliata. Essa è nata per essere usata nella progettazione di gruppo, con l’aiuto di un Facilitatore professionista ed “esterno” al gruppo di progettazione, ed è in questa versione che essa mostra tutte le sue potenzialità ed i suoi vantaggi.

I materiali di consumo

  • 10 fogli (1×1,5 m)di carta da pacchi marrone
  • 100 cartoncini (10×21 cm) di colore giallo
  • 100 cartoncini (10×21 cm) di colore verde
  • 100 cartoncini (10×21 cm) di colore rosa
  • 100 cartoncini (10×21 cm) di colore bianco
  • 30 pennarelli neri a tratto grosso
  • 5 pennarelli rossi e blu
  • un rotolo di scotch
  • 10 stick di colla Le indicazioni ai partecipanti

Nonostante si parli e si discuta con intensità e in diversi contesti sulla “progettualità”, il GOPP ed il Quadro Logico sono considerati, ad oggi, gli unici strumenti strutturati esistenti per la progettazione di interventi integrati. L’obiettivo finale della metodologia GOPP di identificazione di un progetto è definire uno schema progettuale strutturato e completo. Questo schema si presenta nella forma di una matrice nota come Quadro Logico. Nel Quadro Logico sono riportati tutti gli elementi fondamentali dell’idea progettuale (obiettivi generali, obiettivo specifico, risultati, attività), gli indicatori e anche le condizioni esterne che concorrono a raggiungere gli obiettivi del progetto. Per giungere a definire il Quadro Logico di un progetto, la metodologia GOPP prevede le fasi ben distinte precedentemente illustrate.

 

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