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Cittadinanza d’Impresa Globale

Cittadinanza d’Impresa Globale

I nuovi manager hanno bisogno di imparare a vedere il mondo in modo “tridimensionale” ossia devono possedere una prospettiva di leadership globale e multiculturale.

Il primo passo verso questo tipo di carriera è certamente il pensare e fare le cose da cittadini del mondo. Questo significa essere curiosi delle caratteristiche di vita dei tanti luoghi che ancora non si conoscono ed orientare la propria educazione (formale, informale e non formale) verso lo studio della storia, dell’economia e degli affari internazionali. Così come leggere libri o guardare film che raccontino il contesto socio economico e politico dei luoghi più attrattivi per il nostro business.

Un viaggio alla scoperta di nuovi mondi che può partire già dalla collaborazione con persone di altre nazionalità. Importanti multinazionali sfruttano i programmi di scambio educativo o incarichi umanitari internazionali in Paesi emergenti per interagire in azienda con giovani studenti o con imprese locali per sviluppare percorsi di leadership “in house”.

Ma questa rinascita globale inizia anche restando inizialmente in casa propria. Guardiamo al nostro network di relazioni o ai social media che utilizziamo frequentemente. Essi possiedono una funzione denominata “statistiche del network” che ci consentono di verificare la portata geografica della nostra rete di contatti e le potenzialità di crescita nel mondo dei nostri collegamenti. Ci consentono, anche, di introdurci in cluster a noi affini per interessi, business, relazioni comuni. Ci aprono le porte verso comunità nazionali o internazionali capaci di proiettarci nel mondo in pochi click.

Azioni più mirate, invece, possono essere quelle che ci inseriscono in manifestazioni internazionali o eventi di settore (il nostro oppure quello nel quale stiamo pensando di penetrare o che può portarci qualche tipo di utilità interagendovi): il World Economic Forum, l’Ideas Festival di Aspen Institute, il Zeitgeist di Google e tanti altri ancora. Tutte situazioni che ci introducono nelle comunità economiche globali per eccellenza.

Ma non dimentichiamo il modo più tradizionale di esplorare il nuovo: i viaggi internazionali. Certamente le nostre agende durante i viaggi di lavoro sono sempre una sorta di puzzle che incastra i numerosi appuntamenti (perché siamo anche tanto bravi ad ottimizzare il tempo!) e ci lascia poco spazio per altro. Un suggerimento, però, è senz’altro quello di lasciar libero un “tassello”, per una passeggiata nel vivo della città, una cena informale con il nostro partner ed i suoi amici, la partecipazione ad un evento locale che casualmente si svolge nello stesso periodo del nostro soggiorno.

Esperienze di prima mano in contesti stranieri rappresentano gli elementi principali della costruzione del bagaglio di conoscenza del leader globale.

Ma il punto di partenza per noi resta sempre la nostra impresa. Come creiamo valore attraverso i nostri prodotti nell’economia estera? La nostra impresa è capace di adattare la sua produzione agli altri Paesi? La delocalizzazione potrebbe essere una strategia utile?

Gli interrogativi sono tanti, ma così come abbiamo fatto per proiettarci nell’economia globale, da bravi manager, istruendo la nostra mente ed aprendo il nostro cuore, possiamo guardare all’interno del nostro mercato, individuando quelle organizzazioni e quei prodotti esteri che si sono fatti largo nelle quote del nostro mercato domestico.

Quali iniziative o alleanze commerciali hanno stretto? Cosa ha funzionato e cosa meno? La nostra impresa potrebbe avere le stesse chance? E soprattutto in quale canale si sono introdotti per “accreditarsi” sui mercati esteri?

Insomma, essere un manager globale è tanto importante quanto faticoso, però proietta la propria realtà (d’impresa e umana) verso ambiti che possono farci crescere e che, se ben curati, creano una vera catena del valore: come sviluppo della comunità alla quale apparteniamo e che guidiamo (la prima comunità del manager sono i propri dipendenti e la cura che ha di essi genera appartenenza, benessere, nuove capacità, apprendimento continuo); incremento del business (individuare le strategie migliori fa crescere il potenziale dell’azienda); ci fa diventare migliori, perché c’insegna a vivere culture diverse ed a scoprire nuovi talenti.

 

 

 

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