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Come finanzio la mia impresa

Come finanzio la mia impresa

Per uscire dai soliti schemi della ricerca di finanziamento, e riuscire ugualmente a raccogliere le risorse necessarie per dar vita alla propria impresa, esiste il cosiddetto crowdfunding.

Questo termine un po’ bizzarro (dall’inglese crowd, folla e funding, finanziamento) rappresenta una forma di mecenatismo dei tempi moderni e la sintesi di quello che potremmo definire un vero e proprio processo partecipato di raccolta fondi, per fini diversi: dal sostegno umanitario, in caso di calamità, alla ricerca scientifica, all’avvio d’impresa, ad altre iniziative che meritano un sostegno diffuso.

Sebbene i primi esempi di crowdfunding risalgano a qualche secolo addietro, il carattere innovativo dei nostri giorni è dato dalla grande opportunità che internet offre di legare un numero infinito di persone, informarle ed “avvicinarle” a progetti, idee, proposte.

Questo sistema di collegamento funzionale, aiuta a trovare informazioni (crowdengineering), competenze e forza lavoro (crowd labor), risolvere problemi o recuperare risorse (crowdfunding). Diventa possibile ed accessibile il contatto (online) con persone ed organizzazioni che altrimenti sarebbero sfuggite dalla normale portata delle relazioni.

Il crowdfunding, oggetto della nostra riflessione, è quindi un approccio alla raccolta di capitali, per finanziare idee e progetti, profit e non profit, da parte di investitori e finanziatori o sponsor “conosciuti” sul web. Il contributo economico può avvenire nella forma della donazione (o sponsorizzazione) se non c’è un ritorno economico, del prestito o dell’investimento (in cambio quindi di partecipazione alla forma societaria, al capitale o agli utili generati).

Il modello di crowdfunding più diffuso, in Italia e nel mondo, è rappresentato dal sistema delle donazioni. Un imprenditore (aspirante o veterano) con un’idea di business, presenta sulla piattaforma web il progetto e, sulla base della somma di denaro raccolta, restituisce o una quota percentuale oppure una ricompensa a coloro che hanno effettuato un investimento sull’idea.

Oggi, la crescente difficoltà di accesso al credito da parte delle PMI, ha contribuito allo sviluppo di un nuovo modello, l’equity crowdfunding, che prevede un finanziamento sotto forma di capitale di rischio al fine di ottenere delle quote di partecipazione nella società.

Considerata la diffusione del fenomeno “crowdfunding” in tutta Europa, la stessa Commissione Europea ha deciso d’intervenire per promuovere le migliori pratiche nel settore, aumentare la consapevolezza e facilitare lo sviluppo di un marchio di qualità legato a questo metodo di finanziamento; seguire da vicino lo sviluppo dei mercati di crowdfunding e dei quadri giuridici nazionali; apportare delle regole, anche di natura legislativa in tutti gli Stati membri. L’obiettivo è quello di individuare le questioni che dovranno essere affrontate per sostenere la crescita del finanziamento collettivo.

In Italia, il crowdfunding è diventato un fenomeno di grande interesse, soprattutto a partire dallo scorso anno quando venne inserito nel documento “Restart Italia!” del Ministero dello Sviluppo Economico.

Lo scorso anno la Consob ha pubblicato la normativa su l’equity crowdfunding che consente alle start-up innovative di raccogliere fondi attraverso le piattaforme di crowdfunding registrate presso un apposito registro Consob, a tutela dell’investitore e dell’imprenditore.

Nonostante qualche critica riguardante l’eccessiva regolamentazione, l’Italia è stato il primo stato Europeo ad adottare una normativa in tal senso e questo non può che essere un segnale positivo.

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4 Commenti

  1. Alfonsina Astrid Librari
    21 Luglio 2014

    Salve sono una capitalista intellettuale e vorrei finanziare progetti veramente utili, soprattutto nel settore dello sviluppo del lavoro. Come è possibile usare il crowdfunding senza versare soldi ma intelletto? E dove trovo una lista di progetti in cerca di finanziatori?
    Non vedo l’ora di diventare mecenate e sostenere intellettualmente la generazione di nuovo lavoro.
    Grazie.
    Astrid

    • Giuliana
      22 Luglio 2014

      Ciao Astrid,
      puoi trovare i progetti in crowdfunding sulle tante piattaforme dedicate, alcune sono italiane (Produzioni dal Basso, Eppela, Starteed, Crowdfunding-Italia, We Are Starting, Finanziami il tuo futuro, ecc.) altre internazionali (IndieGoGo, Crowdcube, GrowVc, ecc.). Ognuna di esse ha un sistema differente di “rientro” dal sostegno dei progetti, ma comunque tutte promuovono talenti e idee brillanti.

      Per mettere “in rete” le tue competenze, invece, oltre al già noto Linkedin, esiste una rete di aziende altamente specializzate, denominata “Reply”, che offre la possibilità di entrare in un circuito internazionale di progetti e consulenze, se le competenze possedute e le soluzioni proposte da quanti si candidano sono attinenti ai bisogni delle imprese del network.

      Spero di esserti stata utile.
      Giuliana

    • Giordano
      17 Agosto 2015

      salve il finanziamento intellettuale funziona ugualmente al sostegno economico?
      io sono un inventore e ho un sacco di idee che genererebbero nuovi posti di lavoro , con trattamenti di lavoro adeguati all’economia attuale , ma non trovo nessuno disposto a spendere , tutti sono entusiasti delle mie idee e pure trovo solo mediatori che cercano altri mediatori che a loro volta ne cercano altri , ma esisterà qualcuno che finanzia realmente?

      • Giuliana La Spada
        19 Agosto 2015

        Ciao Giordano,
        il crowdfunding o gli altri tipi di agevolazioni che potremmo definire più “tradizionali” (finanziamenti regionali per lo start up, accesso agevolato al credito bancario, ect.), si applicano a piani d’impresa, siano essi riferiti alla produzione di beni o all’erogazione di servizi.
        Dalle poche righe che mi scrivi, invece, immagino la tua capacità inventiva legata più che altro alla sperimentazione di nuovi approcci alle politiche del lavoro o all’organizzazione dello stesso. Temi di questa portata potrebbero rientrare negli ambiti d’intervento dei nuovi fondi strutturali, all’interno dei programmi che si occupano di testare sistemi innovativi di investimento sulle risorse umane, sia a livello di occupazione che di crescita delle competenze dei lavoratori.
        Io stessa, più di dieci anni fa, ho lavorato in due progetti europei (Programma EQUAL I e EQUAL II) il cui tema principale era la flessibilità del lavoro. In quegli anni i lavoratori autonomi e con partita IVA venivano chiamati “atipici”. Entrambe le iniziative hanno sperimentato dei sistemi migliorativi per l’organizzazione e la promozione delle competenze dei lavoratori coinvolti dal progetto. Questo giusto per fare un esempio.

        Spero di esserti stata utile, comunque, se vorrai approfondire l’argomento o fornirmi qualche altra informazione, così che io possa essere più puntuale nella risposta, mantenendo maggiore riservatezza a tutela delle tue idee, puoi scrivermi all’indirizzo email riportato nelle pagine del sito.

        Giuliana

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